Trasferirsi all’estero da soli:un periodo di grandi cambiamenti
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Soprattutto il periodo di arrivo può sembrarti un calvario particolarmente solitario.
Potresti dover capire tutto da solo, dall’apertura di un conto in banca all’abbonamento per ottenere una connessione Internet, mentre lavori a tempo pieno o comunque per molte ore al giorno.
E alla fine della tua giornata di lavoro, potresti tornare in una casa o un appartamento vuoto, forse deprimente, pieno di scatole e di un paio di valigie disordinate.
Molti cambiamenti contemporaneamente
I grandi cambiamenti della vita, anche quelli positivi, comportano sempre stress e forti emozioni.
Trasferirsi all’estero da soli è l’equivalente di molti cambiamenti che avvengono contemporaneamente, mentre si è circondati da una lingua e una cultura sconosciute e senza il supporto delle persone che nella città di origine ti supportavano nei momenti difficili.
E’ naturale per gli espatriati,e non solo per quelli che vanno all’estero per la prima volta,reagire a questo tipo di sconvolgimento con quella reazione che gli studiosi chiamano ”shock culturale”.
Trasferirsi in un nuovo paese è un po’ come spostare un pc composto da diverse parti, in una nuova postazione.
Lo spostamento comporta il distacco dei cavi e dei collegamenti per lo schermo,il modem,la stampante, l’impianto elettrico di input, e così via, e quindi il ricollegare e configurare di nuovo correttamente tutte le parti.
Se ne trascuri solo una, il sistema non funzionerà.
Per l’essere umano, gran parte della difficoltà di adattarsi in un nuovo paese deriva dal essere “scollegato”da un ambiente, ma non ancora essere ricollegato ad uno nuovo.
Alcune persone saranno in grado di “riconfigurare “ queste connessioni più velocemente di altre.
Molti degli articoli presenti nel mio blog dovrebbero aiutarti ad affrontare più consapevolmente le difficoltà che potresti incontrare dopo che ti sei trasferito all’estero.
Tuttavia devi tener presente che nessuna preparazione è sufficiente a proteggerti completamente dallo shock culturale.
Ecco alcune strategie che possono aiutare.
Trasferirsi all’estero da soli:priorità alla logistica
I datori di lavoro generalmente capiscono che avrai bisogno di un po’ di tempo per trovare una casa e simili compiti al tuo arrivo.
Se rinvii queste faccende, potresti ancora essere distratto da loro mesi dopo, quando ci si aspetta che tu sia completamente produttivo sul posto di lavoro.
Fai rete come non hai mai fatto prima
Mentre ti adatti ad un nuovo poto, la rete di supporto deve essere in qualche modo ricostruita, e rapidamente.
Allarga la tua rete con altri espatriati (dal tuo paese o da un paese terzo) e con la popolazione locale.
Chiedi ad una persona esperta i modi migliori per rompere il ghiaccio nel paese ospitante.
Il tuo posto di lavoro è un elemento importante per creare nuove amicizie.
Forse le prime persone che incontri non diventeranno tuoi buoni amici, ma ti aiuteranno nei compiti pratici o si dimostreranno utili per la tua rete professionale, e potrebbero presentarti ad altre persone che invece potrebbero diventare con il passare del tempo buoni amici.
La tua rete di supporto, oltre ad aiutarti nelle attività quotidiane, ti offrirà soprattutto opportunità di interazione sociale, che è stato dimostrato essere vitale per la salute psicologica ed anche fisica degli espatriati.
Se lavori da remoto, ti consiglio di non farlo sempre da casa.
Ci sono locali dove ci si può recare per lavorare da pc e che consentono di socializzare con altre persone che come te hanno un lavoro da remoto.
Puoi programmare di fare la pausa pranzo ogni giorno con una persona diversa in modo da allargare velocemente la tua cerchia di conoscenti.
Trasferirsi all’estero da soli:ignora i dati demografici
Quando vivevi nella tua città d’origine probabilmente cercavi amici single come te, persone vicine alla tua età e colleghi della tua professione, con i quali trascorrere il tempo libero.
In una comunità di espatriati invece, potresti trovarti a partecipare ad una lezione d’inglese con studenti universitari, pensionati, giovani genitori, che stanno tutti imparando gli uni dagli altri e godendo della reciproca compagnia.
Potresti ritrovarti a fare amicizia con famiglie (sia straniere che locali) che ti inviteranno per pasti, vacanze, celebrazioni e persino viaggi nel fine settimana.
Gli espatriati in pensione possono essere ricche fonti di conoscenza.
Gli studenti possono mostrarti le discoteche locali e i luoghi adatti ad incontrare altri single.
Crea una casa accogliente
La ricerca ha dimostrato che gli espatriati, sia single che coppie, si sentono più adattati ed hanno una visione più positiva della loro vita all’estero se fanno cose come appendere foto, sistemare mobili e invitare gli ospiti a casa loro
Porta con te un compagno
C’è qualcuno vicino a te che sarebbe disposto ad accompagnarti all’estero per il primo mese?
Forse un buon amico, un fratello, il tuo compagno di stanza all’università o anche tua madre?
Il partner giusto è qualcuno flessibile, solidale e affidabile che può essere un grande aiuto pratico oltre che un gradito compagno.
Un gatto o un cane amato può anche essere un buon “partner di transizione” se è fattibile portare un animale domestico con te e se avrai abbastanza tempo per fornirgli cure adeguate.
Trasferirsi all’estero da soli:conclusioni
Trasferirsi all’estero da soli significa uscire dalla propria “confort zone” ed essere disposto ad affrontare numerosi cambiamenti che avverrano tutti insieme.
Dovrai affrontare un ambiente strano ed essere pronto ad aprirti a nuovi modi di pensare e di vivere.
Anche quando ti sentirai adattato al nuovo luogo, potresti ancora provare quei “momenti in cui ti senti straniero”,incomprensioni culturali e scontri con i modi del luogo in cui vivi dopo l’espatrio.
Tuttavia questa esperienza può fornirti un nuovo senso di libertà; può essere un test positivo delle tue risorse interiori e un’opportunità per la scoperta di te stesso e per la crescita della tua autostima.
Trasferirsi all’estero da soli: tu cosa ne pensi?
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