Kinesics: la scienza del linguaggio del corpo
Tutte queste dimensioni della comunicazione non verbale sono state studiate dal defunto antropologo americano Ray Birdwhistell, una figura pioniera in questo settore di ricerca. Ha fondato il campo della cinetica, come lo ha soprannominato, che ha coinvolto lo studio del ruolo di “espressione facciale, gesti, postura e andatura e movimenti visibili di braccia e corpo” nel trasmettere significato sociale.
Visto attraverso questo obiettivo, forse non è un caso che forme digitali di comunicazione, come Emoji, con la sua sconcertante schiera di facce gialle, che vanno dalle permutazioni assortite di un sorriso alle varie facce confuse, non divertite, tristi e arrabbiate sia così adatto per la comunicazione visiva digitale.
Per alcuni, animare la loro lingua parlata sembra una sfida. Quando ero un giovane studente, ho avuto la sfortuna di avere un professore ben erudito ed informato che possedeva la capacità di far addormentare i suoi studenti; guardare la vernice asciutta sarebbe stato più divertente.
In realtà, esiste una condizione clinica che affligge alcune persone che non sono in grado di modulare correttamente il proprio linguaggio. Questo è noto come aprosodia; si traduce in una compromissione del tono, del volume, del ritmo e dell’intonazione che variano correttamente, come l’aumento e la riduzione dei contorni del parlato, durante il discorso.
I sofferenti non solo suonano piatti e monotoni quando parlano, ma sono anche incapaci di trasmettere emozioni nella lingua parlata o inferire le emozioni degli altri come trasmesse durante l’interazione parlata.
L’ aprosodia è talvolta evidente nelle persone affette da sindrome di Asperger. Questo rivela quanto sia essenziale la prosodia nella comunicazione: è uno dei modi chiave in cui trasmettiamo informazioni che aiutano il nostro destinatario a entrare in empatia con noi nell’interazione orale.
Fornisce un mezzo diretto per segnalare la nostra posizione emotiva e il nostro atteggiamento, oltre a focalizzare parti specifiche di parole, parole intere e frasi.
Il volto come barometro del nostro io emotivo
Nel dramma criminale televisivo americano Lie to Me, l’attore britannico Tim Roth interpreta il Dr. Cal Lightman, un’autorità leader mondiale nelle espressioni facciali. Lightman e il suo team accettano incarichi dalle forze dell’ordine federali e locali che richiedono la loro competenza.
Lightman e i suoi associati non sono secondi a nessuno nel rilevare se un sospetto sta mentendo durante l’interrogatorio, studiando le loro espressioni facciali e il linguaggio del corpo e ciò che questi rivelano delle loro emozioni.
La serie TV si basa su una branca della psicologia applicata, resa famosa dal professor Paul Ekman, psicologo forense americano, soprannominato il “miglior rilevatore di bugie umane al mondo”. Ekman ha aperto la strada allo studio dell’espressione emotiva sviluppando una tecnica per studiare le microespressioni: i tratti fugaci del viso.
Ce ne sono oltre 10.000, prodotti da un massimo di quarantatré muscoli facciali quando sperimentiamo gioia, rabbia, tristezza, senso di colpa e disgusto.
Ekman ha sviluppato un sistema di codifica facciale che consente di analizzare le interviste filmate con sofisticati sistemi software. Il sistema utilizza le caratteristiche geometriche del volto di un soggetto per aiutare a rilevare se stanno dicendo la verità o no. Questa esperienza ha portato Ekman a diventare uno degli psicologi più citati del ventesimo secolo.
La sua abilità ha anche assicurato che coloro che avevano un interesse nel decifrare le emozioni dall’espressione facciale si rivolgessero a lui: Ekman ha lavorato come consulente per i dipartimenti di polizia, le agenzie antiterrorismo e il team di produzione Lie to Me.
Se gli occhi sono la finestra sull’anima, allora il viso è un barometro del nostro io emotivo. In nessun volto questo così chiaro, come lo è per il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, le cui espressioni facciali rivelano spesso cosa prova a livello emotivo.
In un’analisi commissionata da The Guardian, lo psicologo Peter Collett ha esaminato le sette espressioni facciali distintive di Donald Trump, fornendo informazioni sul sé emotivo del presidente. Dalla faccia alfa, al mento, al sorriso con la cerniera, la faccia di Trump trasmette come si sente e cosa vuole che pensiamo e proviamo insieme a lui.
Qui la fonte originale :
https://www.psychologytoday.com/us/blog/language-in-the-mind/202001/how-does-communication-work